Il libro giusto nel periodo giusto.
Non è un romanzo e non è un documento di progetto dell'Autostrada del Sole: è un po' tutti e due, storie e personaggi veri si mischiano all'invenzione narrativa.
Ma quello che più mi ha colpito, forse a causa del travagliato periodo storico/economico/politico che stiamo vivendo in Italia in questa fine 2011, è la determinazione che tutte le persone coinvolte in questa impresa hanno dimostrato dalla posa di quel cippo in mezzo al nulla di San Donato fino all'inaugurazione dell'ultimo tratto.
Dalle porte di Milano al ponte sul Po, dal viadotto dell'Aglio alle gallerie attraverso gli Appennini fino a Napoli tutti si sono mossi in un'unica direzione e con un unico obiettivo, dai ministri che hanno voluto questa "follia" fino ai progettisti e all'ultimo degli operai: completare quei 700 e rotti chilometri di strada che doveva unire il Paese appena uscito dalla guerra.
Basterebbe una delle frasi riportate all'inizio del libro per riassumerlo: "Gli Americani sono gli unici ad aver costruito autostrade e potremmo chiamarne uno per costruirla. Ma questa autostrada devono farla gli Italiani"